lunedì 27 aprile 2015

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IL RACCONTO
La vita degli spioni: corna, bimbi violati e soci imbroglioni
Un investigatore racconta le mille facce del mestiere. Ci sono mogli sospettose che scoprono che il marito la tradisce e che l’altra in realtà è un uomo. E poi c’è chi all’estero si è costruito una vita parallela a quella 'regolare'
Macerata,  - C’è chi va in Romania per lavoro e lì si costruisce una vita parallela, mandando a monte l’attività. Chi ostenta un’esistenza irreprensibile e poi si apparta con l’amante ottantenne per sfogare la passione sado-maso. Oppure chi è preoccupato per una nipotina, in balia di genitori poco responsabili. E’ un’umanità variegata quella che scoprono ogni giorno gli investigatori privati. 

"I nostri clienti — spiega Augusto Alessandrini, titolare dell’Agenzia Fox di Civitanova — sono di due categorie: le aziende e i privati. Le prime, in genere, ci chiedono di controllare il socio infedele, oppure il dipendente che si mette in malattia e intanto fa un altro lavoro in nero. Una volta ne abbiamo beccato uno che si era messo persino un gesso finto. Talvolta le ditte ci chiedono di controllare le filiali all’estero. E’ il caso di un imprenditore che, a fine anno, si era accorto della sparizione di pellami del valore di circa 500 mila euro: era accaduto che un dipendente in Romania si era fatto un campionario con la merce della ditta italiana e faceva affari per conto proprio senza dire niente a nessuno". 

VI OCCUPATE anche di costrospionaggio industriale?"Tuteliamo il marchio Coveri in tutta Italia, ma abbiamo clienti anche in zona: una grossa azienda della provincia, dopo un furto, ci ha chiesto di accertare che non fossero state piazzate microspie nei capannoni, per copiare i modelli". 

E i privati? "Ne capitano di tutti i colori. Ultimanente ci stanno chiedendo in molti di controllare le loro abitazioni durante i matrimoni, dopo una serie di furti avvenuti lungo la costa proprio in queste occasioni. Uno coppia, rientrata dalla festa, non ha trovato più nulla in casa, nemmeno le tende". 

Capitano anche casi delicati? "Soprattutto quando sono coinvolti ragazzini o bambini. Dopo i nostri controlli, una bambina è stata allonatanata dai genitori: sono tossicodipendenti e la portavano con loro quando andavano a spacciare. A chiamarci è stata la nonna: ora la piccola è stata provvisoriamente affidata a lei e a una zia, in attesa che il tribunale valuti la vicenda. Un’altra volta, una donna ci ha incaricato di controllare l’ex marito nei giorni in cui aveva l’affidamento della figlia: venne fuori che lui usava la bimba come copertura per spacciare. Spesso poi capitano genitori che vogliono sapere dove vanno e chi frequentano i figli, magari dopo aver trovato uno spinello nelle loro tasche. Noi suggeriamo qualche trucco per scoprire se i ragazzi usano stupefacenti, e poi eventualmente li mettiamo sotto controllo". 

E poi ci sono le indagini tra moglie e marito... "Già. A volte si tratta di controlli sul vero stato patrimoniale del coniuge, in caso di separazione: qualcuno finge di essere stato licenziato per non pagare l’assegno di mantenimento". Ma soprattutto ci sono i tradimenti, è l’estate deve essere un periodo davvero caldo su questo fronte. "Lo pensano tutti, ma non è così. Forse d’estate nascono le relazioni, ma i mesi più intensi per noi sono da settembre a Natale". 

Sono più uomini o donne a chiamarvi? "Un tempo erano più i mariti a controllare le mogli, oggi siamo in parità. Per le donne a volte è più problematico pagare le investigazioni private, perché magari sono casalinghe o hanno il conto cointestato con il coniuge". 
Le vicende più strane? "Capita che la moglie sospetti che il marito abbia un’amante, poi noi scopriamo che l’amante è in realtà un uomo. Una volta un tale ci chiese di controllare una persona fuori regione: era il marito di un’amica della moglie, ma soprattutto era l’amante del nostro cliente che temeva potesse tradirlo. Tantissime, poi, le persone dalla doppia vita. Un professionista ci ha contattato perché geloso della moglie, una bellissima quaranticinquenne dirigente di un ente pubblico. Purtroppo i suoi sospetti erano fondati: lei aveva un amante ottantenne con cui si vedeva in un residence di una località turistica; arrivava vestita come i Blues Brothers, tutta di scuro, con una valigetta dentro la quale nascondeva un completo armamentario sado-maso. Lei, sadica, infliggeva frustate e tormenti al suo arzillo compagno di giochi, che le gridava 'Sono il tuo schiavo'". 

E i falsi allarmi? "Pochi, una volta su cento, e in quel caso prima di tutto c’è una persona perseguitata. Poi per noi diventano situazioni difficili, perché quel tipo di clienti sono convinti che il coniuge li tradisca anche mentre fa spesa al supermercato, pretendono un controllo di 24 ore su 24 e non si fidano mai". 

Come viene fatto il controllo? Pedinate? Usate travestimenti? "Di solito non serve travestirsi, perché abbiamo un certo numero di dipendenti, quindi possiamo fare una turnazione che non insospettisca il controllato. Spesso usiamo un furgone che dall’esterno è del tutto anonimo, ma dentro nasconde una attrezzatura sofisticata: una volta, la coppia che controllavamo ci si è appoggiata per fare l’amore pensando non ci fosse nessuno".

Come reagiscono i clienti di fronte alle vostre scoperte? "Alcuni si sentono male, altri spezzano i braccioli della poltroncina su cui sono seduti. E’ chiaro che non sono contenti". E i filmati che fine fanno? "Li mettiamo a disposizione, nel caso possano servire per la causa di separazione. Però non li consegnamo direttamente al cliente: è infatti capitato — non a noi per fortuna — che uno di loro usasse la videocassetta per infamare la moglie davanti a tutta la famiglia, durante il pranzo di Natale. Alla donna è stata addebitata la separazione, ma ha denunciato l’ex coniuge per diffamazione e ha vinto la causa". 

Capitano situazioni pericolose? "Può succedere che una donna ci chieda di controllare il marito, senza avvertirci che lui gira armato. Problemi si creano anche quando il cliente si è rivolto prima ad altri investigatori, e non ce lo dice: ci troviamo tutti lì, ognuno ignaro dell’altro, e non è una situazione sicura. E poi, è sempre pericoloso controllare i tossicodipendenti, il mondo dello spaccio. Ma a volte proprio dai nostri controlli sono partite positive inchieste delle forze dell’ordine".
Paola Pagnanelli